PMI: l’86% investirà in innovazione digitale nel 2021

Cresce l’interesse delle PMI verso il digitale, ma solo il 14% delle imprese ha un approccio strategico di lungo periodo.

PMI: l’86% investirà in innovazione digitale nel 2021

Cresce l’interesse delle PMI verso il digitale, ma solo il 14% delle imprese ha un approccio strategico di lungo periodo.

La crisi provocata dalla pandemia ha spinto le PMI industriali ad accelerare alcuni aspetti della trasformazione digitale al fine di garantire la flessibilità del lavoro e sopperire alle difficoltà nella gestione dell’operatività aziendale. Tuttavia, l’approccio delle PMI non è ancora quello di iniziative radiali in grado di coinvolgere in maniera completa aziende e lavoratori. È quanto emerge dalla ricerca “PMI, industria e digitale, la sfida è adesso!” a cura dell’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano.

Ciò che è stato fatto in risposta all’emergenza non è dunque sufficiente per parlare di una vera trasformazione digitale. Secondo la ricerca, condotta nel mese di dicembre 2020, solo il 14% delle PMI manifatturiere ha un approccio strategico al digitale che coinvolge tutto il modello di business. Generalmente si tratta di realtà più grandi e redditizie, collocate al Nord e con una maggiore propensione all’export. Il 57% ha puntato sul digitale nell’ambito di specifici obiettivi di efficienza dei processi. Il restante 29%, infine, si è avvicinato al digitale come reazione a uno stimolo esterno – la crisi Covid o la richiesta di un cliente – con investimenti limitati a singole attività e processi, su un orizzonte di breve periodo.

Le PMI investono poco in formazione in ambito digitale

Affinché il digitale diventi parte integrante delle politiche aziendali, c’è bisogno di competenze e formazione al digitale.

In quest’ambito, la ricerca evidenzia un aumento della formazione svolta da manager e titolari nel corso del 2020 (+20% rispetto al 2019). Tuttavia, nel 35% dei casi, tale formazione non è programmata con continuità e avviene in modo sporadico. Il 17% delle PMI svolge una formazione su tematiche legate al digitale una volta l’anno e solo il 15% ogni sei mesi.

Mancano i profili professionali

La scarsa maturità digitale si evince anche dalle osservazioni in merito ai profili professionali presenti in azienda.

È ancora elevata, infatti, la percentuale di imprese (40%) che non ha alcun responsabile dedicato a tematiche ICT e digital. Analoga la situazione relativa alle figure legate all’analisi dei dati: il Data Analyst, infatti, è presente soltanto nel 9% delle PMI intervistate, mentre il Data Science soltanto nel 4%. Tra i profili professionali presenti nelle piccole e medie imprese del manifatturiero i più diffusi sono quelli legati alla sicurezza dei sistemi informatici e dei dati.

Lo studio fotografa, inoltre, una scarsa dimestichezza delle PMI manifatturiere con le tecnologie di Industrial IoT in fabbrica: il 65% ammette di non conoscerle e solo il 9% le applica. Più positivi i dati relativi all’uso del digitale a supporto delle vendite, con un incremento importante dell’utilizzo dell’eCommerce nel 2020. Meglio anche l’impiego del digitale a supporto di amministrazione, finanza e controllo, anche se rimane scarsa l’integrazione tra i processi.

Guardando alle soluzioni digitali maggiormente scelte dalle imprese, si nota uno scarso interesse per i software di integrazione dei dati, adottati soltanto dal 23% del campione, mentre si registra un aumento nella diffusione dei software gestionali, in particolare per quelli di gestione e archiviazione digitale (76%) e per quelli di amministrazione e controllo delle finanze (adottati dall’81% delle imprese).

La diffusione del lavoro da remoto fa aumentare il rischio percepito e l’esigenza di protezione dei dati portando all’adozione di sistemi avanzati per la sicurezza informatica (38%). Allo stesso tempo, si assiste alla crescita dei software in Cloud per gestire le comunicazioni e la collaborazione tra i dipendenti da remoto (39%).

Le sfide e gli investimenti per il futuro

Secondo i dati raccolti, nel 2021 l’86% delle PMI industriali investirà in almeno un ambito del digitale. In particolare, le priorità di investimento per le PMI industriali si orientano sulle tecnologie a supporto della salute dei dipendenti sul posto di lavoro (34%), la gestione documentale digitalizzata e la fatturazione elettronica (30%)

Le priorità di investimento digitale per i prossimi 12 mesi mostrano dunque una stretta connessione con necessità contingenti, e si orientano verso soluzioni che consentano di portare avanti il lavoro in situazioni emergenziali.

Uno scenario che conferma la tendenza della maggior parte delle PMI manifatturiere a ragionare e muoversi entro un asse temporale ridotto. Dall’analisi emerge infatti come le piccole e medie industrie italiane non siano riuscite a cogliere, nell’attuale crisi economica, l’opportunità di ridisegnare i propri modelli di business.

Competenze strategiche nel digitale, approccio integrato e identità aziendali ibride: sono queste le leve fondamentali di cui necessitano le PMI italiane per muoversi con successo nel nuovo contesto creato dalla pandemia.


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