Come investono le imprese nella formazione: trend e previsioni 2024

Uno sguardo sulle tendenze attuali degli investimenti aziendali nella formazione dei dipendenti e alcune previsioni future.

Come investono le imprese nella formazione: trend e previsioni 2024

Uno sguardo sulle tendenze attuali degli investimenti aziendali nella formazione dei dipendenti e alcune previsioni future.

Nel contesto dinamico e sempre più competitivo del mercato globale, investire nella formazione dei propri dipendenti diventa essenziale per la crescita e il successo delle imprese.

Come afferma Peter Senge, docente del Massachusetts Institute of Technology e Fondatore della Society for Organizational Learning, “Il solo vantaggio competitivo che un’organizzazione ha rispetto alla concorrenza è la capacità di apprendere più velocemente degli altri”. Questa massima non è mai stata così attuale come oggi, in un’era caratterizzata dalla rapida digitalizzazione e dalla continua evoluzione delle competenze richieste.

La digitalizzazione ha trasformato radicalmente il modo in cui le aziende operano e competono sul mercato. Processi automatizzati, intelligenza artificiale, analisi dei dati: questi sono solo alcuni degli elementi che hanno ridefinito i requisiti di competenza per i dipendenti. In questo scenario in continua evoluzione, l’investimento nella formazione del proprio team non è più una scelta, ma una necessità strategica per rimanere rilevanti e competitivi.


Tendenze globali e stime di investimento nella formazione aziendale

L’investimento in formazione aziendale è influenzato da una serie di fattori macroeconomici e culturali. Secondo un’indagine a livello globale di Statista, la spesa media in formazione per dipendente è aumentata costantemente tra il 2008 e il 2019, per poi diminuire leggermente nel 2020 a causa della pandemia. Nel 2021, è risalita a oltre 1.200 euro per lavoratore, mentre nel 2022 si è registrata una diminuzione del 4,7%.

In Europa, il supporto alle competenze e alle PMI è rafforzato da iniziative come il Patto Europeo per le Competenze e l’Agenda per le Competenze per l’Europa, varati nel 2020. Negli ultimi anni, l’investimento in formazione aziendale è aumentato grazie a questi programmi, che hanno aiutato circa 2 milioni di persone a migliorare le proprie competenze, con un investimento complessivo di 65 miliardi di euro.

La Commissione Europea sul Pilastro Europeo dei Diritti Sociali ha posto un chiaro obiettivo da raggiungere entro il 2030: arrivare a coinvolgere almeno il 60% degli adulti europei in percorsi di formazione.

Persone 25-64 anni che hanno partecipato ad attività di istruzione e formazione in Europa, 2007-2022.

Fonte: elaborazione Inapp 2023 su dati Eurostat, labour Force Survey 2022


Formazione continua e tendenze nazionali

In Italia, la partecipazione ad iniziative di formazione continua degli adulti nel 2022 risulta al 9,6%, posizionando il paese al diciottesimo posto in Europa. Le imprese italiane si collocano al quindicesimo posto per investimenti in formazione. Secondo il rapporto “Formazione e lavoro: la situazione in Italia” di Enzima12, il 39,3% della popolazione adulta partecipa ad attività formative, con una maggiore incidenza tra i 25-34 anni (17,1%). Le regioni più attive nella formazione sono il Veneto, il Friuli-Venezia Giulia e il Trentino Alto Adige.

Secondo un report Istat pubblicato a dicembre 2022, in Italia il costo medio di un’ora di formazione per un’azienda è di circa di 56 euro. È stato inoltre osservato che nel 2020 le aziende italiane hanno investito circa 6.218 milioni di euro nella formazione aziendale. Il report precedente del 2015 invece aveva osservato che la cifra spesa per la formazione continua ammontava a 4.513 milioni spesi; dunque, è possibile affermare che si tratta di un trend in crescita, seppur siamo ancora ben lontani dall’investimento medio europeo.

Un ostacolo significativo agli investimenti in formazione aziendale è la percezione che il personale non necessiti di ulteriori competenze, una motivazione riportata dal 72,3% delle aziende. Tuttavia, la pandemia ha spinto molte imprese a investire nella digitalizzazione: il 40% delle imprese italiane l’ha vista come un’opportunità per migliorare le proprie capacità digitali, rispetto al 46% della media europea.

In sintesi, a livello globale e nazionale l’attenzione verso la formazione aziendale è in aumento, anche se in Italia ci sono tuttora notevoli differenze regionali negli investimenti. In generale si sta radicando sempre di più l’idea che le aziende che investono nella formazione sono meglio preparate per affrontare le sfide future e sfruttare le opportunità offerte dalla digitalizzazione e dall’innovazione tecnologica.


Previsioni per il 2024

Nel 2024, si prevede che gli investimenti in formazione aziendale continueranno a crescere, spinti dalla necessità di adattarsi alle rapide trasformazioni del mercato del lavoro e alle nuove tecnologie. Le aziende italiane dovranno aumentare i loro budget destinati alla formazione, riconoscendo l’importanza di sviluppare competenze avanzate tra i propri dipendenti per rimanere competitive.

Tra le aree di competenza principali di investimento vi saranno: digitalizzazione e sostenibilità, con un focus su intelligenza artificiale, Internet delle Cose (IoT), blockchain e pratiche aziendali etiche.

Oltre a questi aspetti, si assisterà a un incremento significativo di tendenze chiave come l’upskilling e il reskilling, la formazione personalizzata grazie all’intelligenza artificiale generativa, e il microlearning. Questi approcci saranno fondamentali per colmare il divario di competenze causato dall’adozione di nuove tecnologie e dalla disruption del mercato del lavoro. Le piattaforme di apprendimento moderne abilitate dall’AI permetteranno la creazione di esperienze di apprendimento interattive e personalizzate su larga scala, aumentando l’engagement e la retention delle competenze.

Le politiche governative e i fondi europei, come il Patto Europeo per le Competenze, saranno fondamentali per supportare le PMI italiane nello sviluppo dei loro percorsi di formazione. Inoltre, il data-driven learning diventerà sempre più centrale, con l’uso di sistemi di gestione dell’apprendimento capaci di raccogliere, analizzare e suggerire azioni basate sui dati, migliorando l’efficacia dei programmi formativi.

Le imprese italiane, incrementando i loro sforzi nella formazione e adottando approcci innovativi come il blended learning e il microlearning, saranno meglio preparate per affrontare le sfide del mercato globale nel 2024 e oltre. Con la combinazione di tecnologie avanzate, supporto governativo e strategie di apprendimento centrate sul dipendente, le aziende saranno in grado di mantenere un vantaggio competitivo e di promuovere uno sviluppo sostenibile e inclusivo delle competenze​ (Fonte: CYPHER Learning)​.


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