Come girare un’intervista per un corso elearning

Intervistare un esperto in materia consente di trasferire il giusto know-how ai discenti di un corso online. Ma come girare una buona intervista?

Come girare un’intervista per un corso elearning

Intervistare un esperto in materia consente di trasferire il giusto know-how ai discenti di un corso online. Ma come girare una buona intervista?

Spesso, per una produzione elearning, è necessario intervistare un esperto in materia.

L’esperto può un manager d’azienda, un tecnico, un revisore contabile o chiunque possa essere indispensabile per trasferire il giusto know-how ai tuoi discenti nel tuo corso in modalità eLearning.

In questo articolo ti trasferirò le nozioni di base per girare una buona intervista da inserire nella tua prossima produzione, in modo da avere un risultato ottimale per la tua audience.

Da dove si parte

Girare un’intervista può non essere una cosa semplice o, almeno, può non essere un processo intuitivo. Essenzialmente, hai bisogno di raccontare una storia attraverso le giuste immagini, scegliere le testimonianze adatte e lavorare su un lungo e snervante montaggio, al fine di creare un prodotto interessante e dal giusto ritmo.

In questo articolo, parleremo di due tecniche che vi consentiranno, essenzialmente, di portare a casa il lavoro.

Ogni volta che ho avuto la necessità di realizzare un’intervista per un corso in modalità eLearning, si poneva un problema problema principale: non si trattava tanto di intervistare gli esperti, ma indurli a raccontare ciò che volevamo fargli raccontare, a fargli dire, insomma, ciò che volevamo sentire, ciò che avremmo inserito nel montaggio finale.

Per raggiungere questo obiettivo esistono una serie di tecniche e di consigli che permettono di ottenere il meglio dalle persone intervistate, cercando di creare un ritmo narrativo quanto più vicino allo schema che ci siamo prefissati in fase di progettazione del documentario (parleremo di questo in un altro articolo).

In un primo caso, più semplice, potrai sicuramente realizzare una “sceneggiatura” o un powerpoint che potrà seguire il tuo intervistato. L’effetto finale sarà un po’ “recitato” ma avrai creato un primo punto di interazione tra la tua audience e l’owner della conoscenza.

Personalmente, preferisco intervistare una persona rendendo naturali le sue risposte. Consegno una scaletta con le domande o, se la produzione lo permette, è possibile andare anche a braccio.

Si tratta ovviamente di un’operazione complessa che potrebbe, se non si hanno gli strumenti giusti, inficiare il lavoro e impedirti di portare a casa un risultato soddisfacente.

Come fare quindi ad evitare ciò?

Identificatevi nellintervistato

Spesso, quando si fa questo lavoro, si tende a mantenere una certa distanza, una sorta di muro invisibile tra di noi e la persona con cui stiamo avendo una conversazione. In questa operazione, metterci dietro la telecamera non aiuta per nulla, anzi.

Una delle prime cose da fare quando si prepara unintervista è studiare a fondo la persona con cui dovremo relazionarci, nei limiti del possibile, si intenda.

Costruire un rapporto empatico con la persona intervistata serve a meglio definire la storia, ma soprattutto il profilo culturale del soggetto e gli obiettivi che vogliamo raggiungere con la storia che stiamo raccontando.

Sia che il nostro interlocutore sia un industriale sia che si tratti di un produttore musicale, dovremo cercare di avvicinarci quanto più possibile al suo mondo, al suo pensiero, alla sua cultura.

Abbiate la giusta dose di curiosità

Se state realizzando un corso in modalità eLearning, sopratutto se mossi da uninteresse e da un budget personale, significa che avete un grande interesse e una curiosità riguardo il soggetto scelto.

Nonostante voi possiate già conoscere una buona parte dellargomento trattato, cercate sempre di fare un passo indietro e…non date nulla per scontato.

Scegliete la strada della non conoscenza” e imparate da capo quello che le persone intervistate hanno da insegnarvi. Questo genererà una serie di domande oneste e genuine e vi permetterà di creare una linea continuativa nel discorso del vostro intervistato.

Se già dimostrate di saperne abbastanza, perché una persona dovrebbe raccontare tutto quello che sa per il vostro documentario?

Ascoltate il vostro interlocutore

Nonostante il lavoro dell’instructional designer sia pieno di task da portare a termine, molte delle quali senza alcun aiuto esterno, non dobbiamo dimenticare che siamo lì per raccontare una storia ma, soprattutto, per offrire alla nostra audience qualcosa di nuovo e che ancora non conoscono.

Lo spirito della scoperta deve muovere il vostro interesse. Se, per esempio, il vostro interlocutore sta parlando di argomenti in modo generale, non abbiate timore di chiedere informazioni più specifiche come, ad esempio, puoi farmi un esempio di questa cosa?” oppure come funziona questa cosa nel dettaglio?”.

Siate, in pratica, la voce della vostra audience.

Che domande farebbe in un corso live uno studente?

Cercate di avere una conversazione con il vostro interlocutore senza porre una lista di domande anonime e senza unapparente coordinazione. Durante la vostra conversazione vi renderete conto di voler fare molte più domande alla persona intervistata, domande che non avevate mai pensato di preparare a casa o in studio.

Decidete in anticipo quale sarà la vostra base narrativa

Quando si produce unintervista per un corso in modalità eLearning è sempre una buona pratica quella di definire in anticipo se nel vostro racconto avrete un narratore, una voce fuori campo o un riferimento grafico che anticipi il tema o la domanda stessa che ponete allintervistato. In caso contrario è giusto chiedere allintervistato di dare una risposta completa.

Ad esempio se la domanda è: Qual’è stato levento che ti ha portato a considerare un aspetto importante sulla sicurezza informatica?”, la risposta del nostro intervistato in assenza di un narratore dovrà necessariamente cominciare così: L’evento che mi ha fatto considerare l’importanza di proteggere i nostri device aziendali è…”.

Può sembrare macchinoso in termini di produzione, ma consentirà, in fase di editing, di creare le giuste congiunzioni tra argomenti.

Fate domande a risposta aperta

In generale, è giusto seguire le regole del giornalismo (le classiche 5 W le trovate qui), ma è importante porre le domande nel modo giusto in modo da impedire allintervistato di rispondere con un secco sì” o no”.

Ad esempio, cercate di evitare di chiedere qualcosa come deve essere stato complicato partecipare a quellevento da solo…” ma chiedete come le è venuto in mente di partecipare da solo a quellevento?”. In questo modo aumenterete le possibilità di avere una risposta personale, ricca di informazioni ed emotivamente valida.

Altre domande come “…e poi cos’è successo?”, che cosa intende con questa cosa?”, può farmi un esempio?”, in che modo ha raggiunto questo risultato?” possono risultare banali ma colgono a pieno la necessità di intrattenere una conversazione con qualcuno.

Queste domande renderanno il rapporto con la persona intervistata più naturale e meno organizzato”.

Impostare l’instructional design sulla base delle interviste

Un’intervista può aiutare a creare il giusto ritmo all’interno di un corso e, sicuramente, può aiutare ad aumentare l’engagement nel susseguirsi delle unità formative.

Solitamente, tendo ad avere un approccio disruptive nei confronti di un’intervista, ovvero cerco di evitare di proporla per intero all’interno di un modulo.

Il mio consiglio è quello di creare micro contenuti, corredati dalle parole chiave presenti all’interno delle risposte dell’interessato, e proporli nel momento in cui vuoi fissare (o introdurre) un argomento che stai trattando all’interno del corso.

Un esempio di scaletta potrebbe essere:

  • Introduzione
  • Gli attacchi informatici
  • I malware
  • Il phishing
  • Intervistato che parla di un caso di phishing scongiurato
  • E così via…

Ti troverai a realizzare contenuti che ruoteranno intorno all’expertise e che potranno dare un vero valore aggiunto.

Troppo spesso vedo interviste all’interno di corsi in modalità eLearning che potrebbero essere realizzati con una voce fuori campo: non creano valore aggiunto e presentano una lezione piatta senza alcun “colore”.

Ciò che bisogna comprendere è la necessità di creare contenuti utili e di interrogare le persone per trarre un vero e proprio valore dall’esperienza.

Pensate di dover trasferire informazioni preziose che quella persona potrà portare con sé una volta andata in pensione, cosa gli chiedereste?

Partiamo dal valore dei concetti e facciamo le giuste domande per trasferire la conoscenza ai fruitori dei nostri corsi. 


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