4 miti sul "game-based learning"

“Giocando s’impara”. Questo dovrebbe essere uno dei motti di chi progetta un corso online. Oltre alla cosiddetta cosiddetta gamification, scegliere il game-based learning, ossia una percorso di formazione basato sul gioco, può essere una mossa vincente.

4 miti sul "game-based learning"

“Giocando s’impara”. Questo dovrebbe essere uno dei motti di chi progetta un corso online. Oltre alla cosiddetta cosiddetta gamification, scegliere il game-based learning, ossia una percorso di formazione basato sul gioco, può essere una mossa vincente.

Non è una novità, il “gioco” aiuta a imparare. È per questo che, anche online, sono sempre di più gli esperti che portano la cosiddetta “ gamification” in testa alle tendenze nel settore dell’eLearning. In realtà, oltre ad aggiungere un tocco “ludico” al percorso di formazione, è possibile trasformare i corsi online in un vero e proprio gioco, quello che in inglese viene denominato “ game-based training/learning”. 

Quando si parla di “gioco” sono in molti a storcere il naso nel campo della formazione, soprattutto chi è più in là con l’età. Nonostante ciò, prima di assumere una posizione contraria, è necessario capire cos’è il game-based learning e quali sono i 4 miti principali che lo riguardano:

1. Gamification e Game-based Learning sono la stessa cosa

Anche se è facile cadere in questo errore, bisogna specificare che, pur essendo simili, gamification e game-based learning non sono sinonimi. Abbiamo già parlato molte volte della gamification: si tratta dell’applicazione di elementi ludici all’interno di un corso online. Nel caso del game-based learning, invece, tutto il percorso di formazione si trasforma in una sorta di “gioco formativo”. Proprio come in un videogame, il corsista affronta il corso livello dopo livello, sostenendo una “sfida” continua.

2. Questo tipo di formazione è solo per i "millennial"

In generale, chi è nato tra il 1981 e il 1996 viene denominato “millennial". Questa è stata la prima generazione a utilizzare, fin dall’infanzia, le nuove tecnologie, e, di conseguenza, i videogame. Per questo, sono in molti a pensare che il game-based learning sia qualcosa adatto solamente a loro o alle ultimissime generazioni. Errore. È stato dimostrato che le generazioni nate prima dei millennial si appassionano facilmente ai giochi, dando meno importanza a elementi quali la grafica o la semplicità del gioco rispetto ai più giovani. In questo modo, hanno maggiori opportunità di imparare con meno fatica.

3. Non funziona

La formazione è una cosa seria, senza dubbio. Tuttavia, al contrario di quanto molti credono, ciò non vuol dire che avere un approccio ludico non aiuti a migliorare l’apprendimento. Non bisogna confondere la serietà con la noia. Divertirsi, attraverso il gioco, mentre s’impara, infatti, aiuta i corsisti a incrementare più velocemente e più facilmente le loro capacità. Quando lo studio diventa più leggero e appassionante, è più semplice che gli studenti possano ricordare e applicare ciò che hanno imparato.

4. È una perdita di tempo

Proprio grazie alla loro struttura, i corsi game-based sono costituiti da moduli corti e rapidi. Questa caratteristica permette agli studenti di seguire il proprio percorso di formazione anche nelle pause di lavoro, senza bisogno di dover perdere diverse ore davanti allo schermo. In più, sotto forma di gioco, l’apprendimento si trasforma in una sfida, appassionando i corsisti e mantenendo alta la loro attenzione.


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